LA DIRETTIVA ECODESIGN ERP

 LA RIVOLUZIONE DELLA DIRETTIVA ECODESIGN

Ancora novità in arrivo sul fronte del riscaldamento.

La Direttiva Europea Energy related Product (ErP), meglio conosciuta come direttiva “EcoDesign” (2009/125/CE), ha un ampio spettro di applicazione, riguardando oltre a tutti i prodotti che utilizzano l’energia (elettrodomestici, dispositivi elettronici, etc…), anche i prodotti che influiscono sulle prestazioni energetiche e quindi sul risparmio energetico (come componenti edili ed impiantistici).

Questa direttiva  insieme a quella di etichettatura energetica (2010/30/CE o Energy Labelling) ha l’obiettivo di migliorare le performance ambientali dei prodotti connessi all’energia attraverso il raggiungimento, entro il 2020, dei target europei in materia di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni di gas serra.

La progettazione ecocompatibile degli apparecchi di riscaldamento ambiente porterà, nel corso di qualche anno, alla scomparsa dal mercato dei dispositivi più inquinanti, gradualmente sostituiti da caldaie a condensazione, più efficienti.
Il nuovo regolamento metterà fuori mercato le caldaie a tiraggio forzato non a condensazione. Rimarranno quelle a tiraggio naturale ma solo per quei casi ove la sostituzione con caldaie a condensazione, che richiedono adeguamenti particolarmente onerosi sui condotti di evacuazione fumi, o dove non sia possibile eseguire tali adeguamenti.

Il primo passo di questo cambiamento lo vedremo già a partire da Settembre 2015, quando in rispetto alle Direttive europee verranno imposti dei requisiti minimi di efficienza energetica e limiti di emissioni per gli apparecchi per il riscaldamento e la produzione di acqua calda.

In pratica da agosto non si protranno più produrre caldaie che non rispettino i requisiti minimi di efficienza, ovvero tutte quelle quelle a tiraggio forzato di tipo tradizionale (non a condensazione) e da settembre non si protranno più vendere. Dunque chi vorrà sostituire la caldaia dal 26 settembre 2015 dovrà obbligatoriamente optare per un generatore a condensazione.

Saranno possibili delle deroghe solo per le caldaie a camera aperta ( a tiraggio naturale) per le quali la sostituzione con una caldaia a condensazione richiederebbe interventi troppo onerosi o se tali interventi sono impossibili da realizzarsi.

L’utente finale vedrà un aumento drastico dei costi di sostituzione del generatore, dovuti non tanto per il costo della caldaia stessa, ma quanto per i costi relativi ai lavori supplementari che devono essere previsti per la caldaia a condensazione. L’installatore infatti deve predisporre un sistema di scarico per la condensa che viene prodotta dalla combustione o meglio dalla condensazione dei fumi. Ci sono anche dei problemi legati all’evacuazione dei fumi, infatti per quanto concerne le caldaie a tiraggio forzato non può essere consentita l’evacuazione in una canna fumaria ramificata, quelle insomma che vediamo solitamente nei condomini.

La normativa introduce anche l’obbligo dell’etichettatura energetica che per gli apparecchi per il riscaldamento ambiente prevede una classificazione energetica da A+ a G mentre per quelli per la produzione di acqua calda sanitaria da A a G.

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